IL SOGNO 

Armelea, un sogno che ne racchiude mille

Era da un po’ di tempo che avevo smesso di sognare, fagocitata dalla quotidianità, dal lavoro, da svariate responsabilità che lasciavano poco spazio e tempo all'immaginazione, e, soprattutto, travolta da uno stile di vita che non concepivo più come giusto per la vita concessaci. Immersa in uno stato d'animo perennemente agitato. Mi mancava, mi mancava tremendamente sognare.

Avevo voglia di riconquistare la libertà, probabilmente di rinascere o molto più semplicemente di reinventarmi. Avevo voglia di lavoro manuale, quello che ti fa vedere i risultati di ciò che hai materialmente combinato giorno per giorno. Avevo un’incontenibile voglia di tornare alla semplicità avvicinandomi alla natura, ai suoi elementi, alla sua purezza, alle sue forze così immense e spesso disarmanti. Adoro il vento, mi è sempre piaciuto, e, così come il mare, unisce tutto il mondo. Amo il mare ed amo viverlo attraverso una barca, mai ferma. Amo la vela, tutto quello che potenzialmente ci può girare intorno, sia a livello emozionale che materiale, ed il fatto che grazie all'ingegno ed alla conoscenza si possano sfruttare le forze a proprio vantaggio per muoversi, volendo e con i mezzi necessari, attraverso tutto il globo.

Per coloro che amano vivere il mare tutte le barche hanno un anima, un essere vivente, quindi, che risponde alle leggi della Natura, fatte di matematica e fisica, comprese ed applicate dal nostro cervello, ma interpretate e adattate da un cuore che guarda con fiducia allo sperimentare, al vivere, alla conoscenza, ai sogni.

Da questi presupposti quindi…

Il sogno di avere una barca tutta mia. 

Il sogno di andar per mare, di navigare, di esplorare posti sì già conosciuti ma mai vissuti da me.

Il sogno di imparare, con lo studio, l’osservazione sul campo di artigiani e vera gente di mare, ma soprattutto con l’esperienza pratica in prima persona, un mestiere che ne racchiude mille: la “marineria”, intesa come complesso di nozioni necessarie alla conduzione e alla manutenzione di una barca in autonomia, in sicurezza. Imparando dai fondamenti fino alla consapevolezza di fare mia questa antica conoscenza che inoltre ti abilita, ti allena ad escogitare sapientemente astuzie per risolvere problemi e difficoltà quotidiane attraverso la propria testa, le proprie mani.

Il sogno di proporre vacanze in barca a vela a prezzi accessibili, sfatando il mito che sia un privilegio solo dei ricchi. 

Il sogno di condividere esperienze, avventure ed emozioni, che così tanto mi rendono felice, con altre persone a me affini per crescere reciprocamente e riscoprire le relazioni tra individui con simili interessi e sani principi. Ritengo che questo sia molto importante in un’epoca in cui tutti sono “connessi” ma nessuno si conosce realmente; un’epoca in cui il bello della socializzazione, del gruppo e dello stare insieme si è ridotto al singolo individuo davanti ad uno schermo; un’epoca in cui tutti corrono, ma dove vanno? Perché? Ma soprattutto, per chi lo fanno?

Il sogno di riscoprire il bello nelle cose vecchie, che ormai non sono più usuali o di moda (o non lo sono mai state e per questo motivo lo saranno sempre!) ma che, chissà perché, perdurano e, anzi, più passa il tempo più acquistano valore. Forse perché non esistono o non si producono più. Forse perché amate, curate, con calma e dedizione, come non si usa più. O, magari, perchè fatte a mano con passione e consapevolezza di ciò che si sta facendo, assaporando il presente grazie al passato, nella continua ricerca e speranza di un futuro migliore.

Il sogno di una nuova vita, di un nuovo inizio.

Tutto questo è per me “il sogno”. Tutto questo è per me “la barca”: una scuola di vita; un turbinio di opportunità che quotidianamente, grazie ad un po’ di impegno ed immaginazione, si possono creare; una serie sconfinata di gradevoli ed impagabili sensazioni solo dopo una serie altrettanto sconfinata di fatiche e continue dimostrazioni di potertela meritare. Tutto questo è potenzialmente per me "Armelea", la barca dei sogni e delle anime affini.

E ancora non la conoscevo! Ci siamo incontrate a Febbraio 2016.

Lei mi ha aperto gli occhi. Lei mi ha fatto capire che sarebbe stata la mia tempesta emozionale, la mia sfida dei prossimi anni. Lei mi ha spinto a pensare seriamente: “ora o mai più!”. Lei mi ha letteralmente rapita, sebbene parecchio malconcia dopo anni di inutilizzo e abbandono, con la sua straordinaria bellezza e singolarità già dalla prima volta che sono salita a bordo. Lei mi ha urlato sussurrandomi: “Voglio vivere!”. Ci siamo capite al volo, ho sentito la sua anima, era eclissata, forse dispersa, in cerca di amore, di movimento, di avventura, di nuova vita, di un nuovo inizio. Era affine alla mia!